PROGETTO "EVS TREASUR HUNT", ERASMUS+ Glenda Calvani, 25 anni Grecia
Cottimizzare uno SVE visitando i luoghi più belli del Paese ospitante:
quattro giorni a Rodi tra storia, architettura, bel mare e ottimo cibo
Uno SVE non è solamente l’occasione perfetta per sperimentare, forse per la prima volta, un’esperienza di tipo lavorativo all’estero. Certo, questo è senza dubbio l’obbiettivo principale, un obbiettivo che il volontario non dovrebbe mai perdere di vista e che, anzi, dovrebbe cercare di implementare attraverso un’integrazione più solida possibile all’interno della comunità locale.
Tuttavia, proprio il concetto di integrazione non può esaurirsi nel solo vivere – o sopravvivere – nel villaggio o città in cui si realizza concretamente il progetto SVE: un Paese è costituito da mille realtà diverse, ognuna delle quali merita di essere vissuta, apprezzata e capita.
Ed ecco che, sotto questa ottica, il servizio di volontariato europeo diventa un’occasione non solo per avviare la propria carriera lavorativa, per imparare una lingua, o per mettere alla prova le proprie capacità di adattamento, ma anche, e soprattutto, una buona scusa per viaggiare all’interno del Paese ospitante, visitandone gli angoli geograficamente e culturalmente più remoti e spingendosi lontano dal villaggio o città in cui si vive.
Forte della mia curiosità di scoprire le sfaccettature culturali della Grecia e aiutata dalle meravigliose offerte low cost di Ryanair, ho approfittato di un fine settimana lungo per andare a visitare la famosa e rigogliosa isola di Rodi, una delle perle dell’arcipelago del Dodecaneso situata a pochissimi chilometri di distanza dalla costa turca – che si può vedere a occhio nudo da diversi punti dell’isola.
Certo, prima di partire mi son dovuta armare di un bel po’ di spirito di adattamento: il volo di andata alle 6.25 del mattino mi ha costretta a partire dal mio villaggio il giorno prima e a trascorrere la nottata in aeroporto ad Atene; l’esiguità dello stipendio da volontaria SVE ha fatto sì che io cercassi un posto letto su Couchsurfing invece che in un albergo o in una guest house; l’impossibilità di aspettare l’alta stagione mi ha posta di fronte a una situazione meteorologica non proprio ottimale. Eppure, nonostante ciò, questa è stata sicuramente una delle esperienze più ricche dal punto di vista culturale e personale che io abbia vissuto da quando mi trovo in Grecia.
Rodi è ospitalità, cordialità, senso di accoglienza.
Grazie a Couchsurfing ho trovato una famiglia meravigliosa disposta a ospitarmi per tutta la durata del soggiorno, condividendo con me casa, cibo e tempo. Ho avuto l’opportunità di assaggiare piatti tipici dell’isola difficili da trovare in altre zone della Grecia, mi sono inoltrata nei luoghi più suggestivi e sperduti dell’isola, ho potuto appurare quanto, tra i turisti stranieri, quest’isola sia considerata una splendida meta di soggiorno non solo estivo.
Rodi è storia, cultura, ricchezza archeologica.
Passeggiare nella città vecchia di Rodi è come immergersi in un borgo medievale, puntellato qua e là da elementi architettonici italiani risalenti al periodo fascista e da richiami più o meno palesi alla gloriosa storia antica locale, come i cervi posti sulle colonne dove un tempo sarebbe sorto il leggendario Colosso. Ovunque, sparse qua e là nell’isola, si possono trovare le rovine di antichi castelli, dai quali attualmente è possibile godere di panorami mozzafiato. Sicuramente meritano una visita anche l’antico teatro e lo stadio, non lontani dalla città di Rodi, che vedono i turisti interessati nella ricerca, tanto difficile quanto spesso infruttuosa, di qualche tassello di antichi mosaici.
Rodi LindosRodi è sole, mare, spiagge.
Di queste ultime se ne trovano in abbondanza e di tutti i tipi: sabbiose, rocciose, affollate, tranquille. Il mare è dovunque limpido come uno specchio d’acqua ed è facile perdere tempo soffermandosi ad apprezzare le diverse tonalità di azzurro e di verde da esso assunte. Anche quando il sole non splende, l’acqua mantiene il medesimo colore. Certo, sono capitata a Rodi quando la stagione balneare ancora non era iniziata e il tempo meteorologico non è stato particolarmente clemente con me; nonostante questo, qualche turista ha preferito non lasciarsi scoraggiare dalle troppe nuvole e ha comunque fatto una bella nuotata nelle splendide acque dell’isole. Questione di temperamento – e di temperatura! –; di sicuro, però, per chi ha avuto il coraggio di tuffarsi, ne è valsa la pena.
Dunque… perché no?
Viaggiare durante uno SVE può essere un ottimo diversivo contro la routine e se si ha la fortuna di svolgere il proprio servizio di volontariato in un Paese paesaggisticamente e culturalmente interessante – come lo sono praticamente tutti quelli europei – esso diventa anche il mezzo più semplice per valorizzare a fondo la propria esperienza all’estero.