PROGETTO “Library Innovations and EVS", ERASMUS+ Francesco Farinella, 25 anni Lituania
La breve storia di un volontario in Lituania Labas (significa ciao :) Reazioni di amici e familiari all’annuncio della mia imminente partenza: Io: “Vado in Lituania 9 mesi a fare volontariato” A: “Lituania? Ma che ci vai a fare? Ma dov’è?” Io: “E’ al nord, sul mar baltico, fa parte dei paesi baltici, tra la Polonia e la Russia per darti un idea, vado a lavorare in una libreria” A: “In una libreria? Ma che noia! Aaaah allora ci vai per le ragazze, da quelle parti non sono niente male” Io: “Ehm, si lo so ma non è quello il motivo per cui parto” A: “Ah, allora ti pagano” Io: “No è volontariato, mi danno solo vitto e alloggio” A: “Ma allora, cosa cavolo ci vai a fare?” Io: “Niente, a passarmi il tempo” (sarcastico). Sarebbe bello poter spiegare a qualcuno che non ha mai fatto questo genere di esperienze all’estero come mai hai questa energia dentro che ti spinge a partire. I motivi di solito sono i più disparati: voglia di mettersi alla prova, di scoprire nuove culture, di scappare da brutte situazioni, di fare nuove conoscenze internazionali, di esplorare, di aiutare gli altri, di cambiare aria, di imparare un mestiere facendolo attivamente, di viaggiare, di uscire dalla propria comfort-zone o di imparare nuove lingue. Non esiste una ragione giusta o sbagliata, qualsiasi va bene. Tuttavia queste belle motivazioni sono niente a confronto con l’esperienza che poi ho vissuto realmente... Avete mai provato a dormire sul pavimento con altre 15 persone, provenienti da tutta europa, appena conosciute? Avete mai fatto una tipica colazione lituana per il giorno di Pasqua con vino e thè (serviti insieme) mangiando uova dipinte “alla lituana” la sera prima? Avete mai sentito uno storico che con una passione incredibile ti racconta un pezzo della travagliata storia del suo paese? Avete mai fatto una sauna a 86°C con conseguente immersione nel lago ghiacciato con francesi, georgiani, portoghesi, ukraini, ciechi ecc. ecc.? Avete mai ballato ad una jam session in una terrazza affacciata sul mar baltico al 21esimo piano ammirando l’alba? Oppure siete mai rientrati a casa trovando un gruppo di russi mezzi ubriachi che, offrendoti da bere, ti chiedono se sei sposato presentandoti le figlie? Potrei raccontare queste storie, oppure di quella volta che ho fatto autostop e un camionista belga, che non parlava una parola di inglese, mi ha dato un passaggio ed a un certo punto mi ha passato il telefono, era la figlia; risultato? “Mi toccherà” prendere un aereo e andarla a trovare in Scozia :D. Ma queste sono poche delle mille esperienze che ho vissuto in questi 3 mesi e mezzo e vi garantisco che è inutile provare a descriverle, sono semplicemente momenti speciali che non potrai mai dimenticare per il resto della vita... Ovviamente non è tutto rosa e fiori, vivo in un piccolo paese dove quasi nessuno parla inglese e della mia età non c’è praticamente nessuno, o più piccoli o più grandi. A volte è difficile affrontare certe situazioni, anche banali, quando c’è una enorme barriera che è la differenza di lingua. Per esempio fare la spesa basandosi solo sulle immagini non è il massimo se cerchi di mangiare decentemente, e per un italiano mangiare decentemente è sacro e all’estero è difficile anche se capisci perfettamente la lingua. Comunque con un po’ di buona volontà e intraprendenza tutto si supera, e soprattutto mai avere paura di chiedere aiuto a qualcuno. Ho scoperto come i lituani siano persone estremamente gentili, simpatiche e disponibili. E la cosa divertente è che la prima impressione che hai di loro è esattamente l’opposta! Per esempio non sorridono quasi mai e sembrano perennemente tristi, ma ormai vivo qui da qualche mese e fidatevi, noi italiani, che sembriamo tanto calorosi e accoglienti, avremmo tanto da imparare dalle persone nate in questo fantastico paese – ovviamente sto generalizzando! Non tutti sono uguali. Il mio progetto si chiama “Library innovations and EVS” e consiste nel lavorare in una libreria in ambito multimediale, sono abbastanza libero di fare i progetti che voglio e ho deciso di aiutare la libreria con le mie capacità. Personalmente mi occupo principalmente di graphic design e stampante 3D ma faccio anche il fotografo agli eventi, e qui ce ne sono tanti, o scrivo articoli o faccio presentazioni con ragazzi e adulti. Conosco altri volontari che lavorano in altre librerie in giro per la Lituania e fanno cose un po’ diverse dalle mie. Di solito noi volontari abbiamo un po’ di flessibilità nel lavoro, i nostri “datori di lavoro” cercano di aiutarci ad affinare le nostre capacità in ciò che ci piace fare; inoltre possiamo proporre progetti nostri, quindi se avete iniziativa è un ottima cosa e se non l’avete, meglio, perchè lavorerete su voi stessi per farvela venire :D. La libreria dove lavoro è stupenda, moderna e spaziosa; si affaccia su due laghi, ha due meravigliose terrazze con panorami di una bellezza unica. Del resto, il paese dove vivo, di circa 7000 anime, è circondato da una natura a dir poco incantevole, vi dico solo che ci sono 300 laghi in questa regione, ed è un piacere scoprirne sempre di nuovi ad ogni escursione che faccio. La Lituania in generale è un posto perfetto se amate stare a contatto con madre natura. In conclusione, vale la pena partire per uno SVE in un paese di cui sai a malapena l’esistenza, senza avere la minima idea della lingua che parlano, della loro cultura o quello che ti aspetterà lì? Assolutamente SI, partite e non ve ne pentirete! Se le cose vanno bene (e il 99,9% delle volte è così) sarà un’esperienza stupenda da aggiungere alla storia della vostra vita - e anche nel curriculum - e se le cose vanno male ci sono 3 diverse organizzazioni da 2 nazioni e come minimo 2 altre persone fisicamente vicine a te pronte ad aiutarti, ma ti ritroverai ad averne molte, molte di più. Quindi, perchè non provare? Ate (che significa ciao, quando ci si lascia) PS. se volete potete dare un occhiata al mio blog: anitalianwanderer.com