PROGETTO “Lights Camera Action!”, ERASMUS+ Fabio Meazza, 31 anni Portogallo
Prima di provare a descrivere a parole ciò che è stata la mia esperienza in Portogallo, cosa assai difficile poichè intrisa di un sacco di emozioni che non si possono esplicare, credo sia doveroso fare una piccola premessa personale. Ho scoperto il mondo dei progetti Erasmus+ un tantino tardi, nel settembre 2016, quando di anni ormai ne avevo 29. Il mio primo youth exchange è stato qualcosa talmente intenso e d'ispirazione che durante l'anno seguente non ho pensato ad altro: ho così partecipato ad altri 5 progetti nel giro di pochi mesi e nel frattempo ho trovato - o perlomeno, credo di aver trovato - il mio posto su questa Terra; un ambiente che, seppur sempre diverso, mi mette a mio agio e riesce a farmi tirare fuori il meglio di me. Ho così cessato di ricercare in maniera assidua un lavoro che mi facesse "solamente" guadagnare denaro (perché solo di questo si trattava precedentemente) e di investire il poco tempo concessomi fino all'oltrepassare del limite d'età sulla ricerca, appunto, della mia strada. Così, grazie a queste opportunità, ho scoperto l'esistenza del Sevizio Volontario Europeo (EVS) ed mi sono subito interessato ad esso. Ho mandato un sacco di candidature per progetti di questo tipo che fossero legati a quelli che sono i miei interessi: l'opportunità di crescita personale è assicurata, ma mi sono concentrato soprattutto alla possibilità di crescita professionale, se così si può definire. Dopo molti "colloqui" via Skype ed altrettante "delusioni" per mancata selezione, infine ho trovato il progetto che fa per me, quasi last-minute; con il supporto dell'associazione YouNet di Bologna sono infatti riuscito a partecipare a quella che per ora è l'esperienza più significativa della mia vita: due mesi in Portogallo come volontario per una mostra internazionale di Cinema! All'inizio stentavo a crederci, non solo per il fatto che avrei vissuto per 8 settimane in un posto di cui non conoscevo nulla con gente di cui non sapevo nulla, ma soprattutto perché il Cinema è la mia più grande passione e ciononostante non avevo mai partecipato attivamente in un evento del genere! Sarò all'altezza? Cosa dovrò fare? Mi troverò bene? E il clima? E il cibo? Soffrirò di nostalgia? Queste e mille altre domande sormontavano in me; intanto il tempo tra la chiamata e la data di partenza si faceva sempre più breve, ma per fortuna ogni dubbio era affossato dall'entusiasmo e dall'adrenalina che questa sfida personale generava in me. Pronti, via. Una sorta di viaggio verso l'ignoto affrontato col sorriso di un bambino: devo dire che mi sono stupito di questo ed ammettere che probabilmente qualche anno fa non avrei reagito così. O magari non avrei neanche preso in considerazione tutto questo. Chissà! Sta di fatto che, tardi o no, tutto ciò è avvenuto nel momento più giusto della mia vita. Ero pronto, come lo sono ora verso nuove sfide. Il primo impatto con nuove persone non è stato affatto traumatico: ho trovato un ambiente sereno ed accogliente, pronto ad abbracci e baci come da buon costume Andaluso. Il progetto infatti prevedeva la mia permanenza in Vila Real de Santo Antonio, ultima cittadina orientale dell'Algarve (Portogallo) al confine con la Spagna; la mostra di Cinema avrebbe avuto luogo tra il suddetto paese e la "vicina di casa" Ayamonte, incantevoli villaggi separati dal fiume Guadiana. Scopro così che l'evento è chiamato Fronteiras proprio per questo: il tema principale dei film selezionati riguarda le frontiere, le barriere, con obiettivo principale l'abbattimento di qualsiasi tipo di ostacolo culturale e mentale. Giunto alla seconda edizione, ero tra i primi "pionieri" chiamati da altri Paesi a collaborare ed implementare le attività del festival. Uao. Accoglienza in stile Andaluso, dicevo. Già, perché scopro subito che tra i miei punti di riferimento ci saranno due Andalusi puri: Abraham e Gloria. Davanti ad una birra (o due) nel bar della stazione dei bus di Ayamonte, mi sento già a casa, pronto ancor di più a conoscere i miei colleghi e le persone coinvolte. Arrivo così nell'appartamento in Portogallo, dove mi stavano aspettando i miei "colleghi" e futuri amici: Alexandros da Atene, Maria (regina di Spagna e Colombia) e Miruna dalla Romania. Non voglio entrare in merito alla veridicità o meno di alcuni stereotipi sulle rispettive culture, ma se c'è qualcosa di positivo nei clichè, l'ho trovato nei miei coinquilini: mi sono veramente sentito a mio agio sin dal primo minuto. "Una faccia, una razza" dicono della somiglianza tra Greci ed Italiani, mentre invece degli Spagnoli è proverbiale l'apertura e l'amichevolezza che hanno nei confronti di chiunque. Non mi fermo mai alle apparenze, cerco solo di pensare attraverso ciò che provo... per questo posso solo dire che, in questo caso, i luoghi comuni sulle nostre culture si sono avverati! Dal giorno successivo, fino all'inizio della mostra (tutto ottobre) ci siamo dedicati anima e corpo allo scopo per cui siamo stati chiamati volontariamente in causa. Nel frattempo abbiamo iniziato a conoscerci e ad esporci nei confronti l'uno dell'altro. Catalizzatori del nostro legame sono stati sicuramente l'ambiente di lavoro e le serate trascorse a chiaccherare davanti a del buon vino locale. Non entrerò nei dettagli dei nostri rapporti personali, basti sapere che - anche se si può definire "in maniera forzata", visto che non ci siamo scelti l'un l'altro - pian piano abbiamo saputo apprezzare le reciproche qualità e siamo diventati Amici con la A maiuscola. Questo ha fatto sì che il gruppo potesse lavorare più serenamente e più proficuamente. Abbiamo fatto molti viaggi assieme, scegliendo insieme dove dormire, dove mangiare, cosa vedere; ma anche la vita di casa è stata un'opera comunitaria. Certo, quando qualcuno voleva qualcosa di diverso o necessitava di tempo solitario, gli si concedeva lo spazio; ognuno ha la propria personalità ed i propri momenti di necessità. Questo impatto tra persone differenti è stato in maggior parte positivo. Parlando personalmente, porto ad esempio quello che è stato il leitmotiv culinario dei due mesi trascorsi insieme: io sono un amante della carne, totalmente assuefatto da essa e quasi "verdurofobo" (ok, senza il "quasi") e mi sono trovato in casa... un vegetariano! Mai - e dico mai - avrei pensato di poter convivere con questo: con mio grandissimo stupore mi sono ritrovato ad apprezzare la cucina vegetariana... non sempre, ma posso definire questo un piccolo traguardo e passo in avanti personale! Non è stato tutto rose e fiori, comunque. Stiamo parlando di un'esperienza sì idilliaca, ma anche di vita reale. Problemi ce ne sono stati, sia sul lavoro che in casa. Non entrerò nemmeno in merito a questo. Troppo personale e delicato da esporre, ingiusto soprattutto nei confronti delle persone coinvolte. Tanto per dire che è un sogno reale. Per quanto riguarda la mostra, mi sono dedicato totalmente alla creazione del sito web e del montaggio di alcuni video promozionali. Probabilmente sono stato chiamato per questo, ma come ho già detto per me era un'occasione presa come professionalizzante, per accrescere la mia esperienza lavorativa. Soddisfatto al 101% da questo aspetto, non posso che essere felice di ciò che per me era un surplus, ma che all'interno di un EVS non può che prendere vita: non si finisce mai di imparare dalle altre persone. E non sto parlando di lavoro, ma di caratteri, stili di vita, esperienze passate, passioni, attitudini, preferenze, punti di vista. La somiglianza con le altre persone ti mette a tuo agio, ma è dalla diversità che si può imparare qualcosa e crescere. Per questo non posso che consigliare assolutamente un'esperienza del genere ai giovani in cerca di "qualcosa di più", che non sia solo divertimento o gioia effimera. Spero vivamente che queste mie parole possano spronare altra gente a partecipare in questo tipo di progetti: l'Europa ci chiama e ci chiede di accrescere la nostra consapevolezza sulla nostra cultura, senza però mai perdere la nostra identità. Si invecchia ciascuno a modo suo, ma per Crescere ci vogliono altre persone, altre culture, altre mentalità. Non vedo l'ora di continuare a crescere in questo senso!