Rēzekne, l’ultima città europea
Reportage da Rezekne, l'ultima città europea prima della frontiera russa. Tra campagne desolate e utopie dei giovani. Qua la città si mischia alla campagna. Il limite tra centro e periferia è labile. Ci sono casette in legno dei primi del novecento e palazzoni sovietici grigi e spersonalizzanti. Stradine asfaltate e non, laghetti ghiacciati ovunque. Rezekne è una piccolissima città lettone. Tanti scheletri di fabbriche abbandonate risalenti ai tempi in cui la Lettonia era “un gran produttore dell’URSS”. Solo pochi bar e ristoranti, tanti negozi di seconda mano dove comprare scarpe e vestiti per pochi euro. La mensa della scuola in cui lavoro dove con 95 centesimi ti godi un ottimo pasto con primo, secondo e dolce. Sfori l’euro solo se ti concedi il succo mela e carota, ma ne vale la pena. Nei laghi si possono vedere pescatori solitari, fanno un buco nel ghiaccio sperando di prendere qualcosa. Ci sono anche camminatori che preferiscono la pista gelata alla solita strada, più veloce, più avventurosa. Magari si fanno un goccetto di vodka prima di affrontare il grande freddo. Un chai corretto, due patate, un po’ di caviale del Maxima o del Rimi in lattina. |